I 300 anni di Casanova

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Emeric Cristallini

4/1/202514 min leggere

casa natale Casanova
casa natale Casanova

Il luogo di nascita di Giacomo Casanova non si trova al posto in cui c'è la lapide, calle Malipiero (già calle della Commedia). Era pero il luogo in cui abitavano i suoi genitori l'anno della sua nascita.

Il suo vero luogo di nascita, era dietro al civico 2993 (già il numero 1) della calle delle Muneghe. Era la casa di sua nonna, in cui ha vissuto durante il suo primo anno, dato che i suoi genitori erano partiti a Londra.

Casa natale di Casanova
Casa natale di Casanova

Il primo ricordo di Casanova, che racconta nella Histoire de ma vie (scritta in francese), è un'emorragia nasale nella sua camera all'età di otto anni. La sua nonna Marzia gli lava la faccia et lo porta a Murano in gondola.

Lei bussa alla porta d'una topaia...

topaia a Murano
topaia a Murano

Ci trovano una donna anziana seduta su una cuccia, che teneva in braccio un gatto nero, e altri cinque o sei intorno a se. Era una strega. Le due vecchie parlarono a lungo. Alla fine del loro lungo dialogo in lingua furlana, la strega, dopo aver ricevuto dalla nonna un ducato, aprii una cassa, ci mise Giacomo e ce lo rinchiuse, dicendogli di non aver paura.

Casanova racconta di aver avuto molto paura per colpa delle parole della strega. Pero rimase tranquillo, senza muoversi...

Il piccolo Giacomo fu cosi guarito...

Una scienza occulta l'aveva salvato mentre cinque mesi dopo, la medicina ufficiale ebbe meno successo con suo padre, che mori d'un ascesso all'orecchio nel dicembre 1733.

Nella sua disgrazia, Giacomo ebbe la fortuna di approfittare di quattro potenti protettori : i tre fratelli Grimani, che erano proprietari dei teatri San Giovanni Grisostomo e San Samuele, in cui recitavano i suoi genitori, e anche il famoso poeta Giorgio Baffo. Uno dei fratelli Grimani, abate, e Baffo lo portarono, con sua madre, a Padova, per metterlo in pensione e iscriverlo all'Università, dove avrebbe studiato legge e medicina.

Al suo ritorno da Padova, Giacomo abito calle dei Orbi, all'attuale civico 3089, in una casa che i suoi genitori avevano affittata a partire dal 1726, quando tornarono da Londra e in cui suo padre mori. Casanova precisa nell'Histoire de ma vie, che"era grande e molto bene arredata".

calle dei Orbi
calle dei Orbi
casa Casanova adolescente
casa Casanova adolescente
casa Casanova adolescente
casa Casanova adolescente

Come si puo vedere sulla prima foto, questa casa aveva tre piani. Giacomo ci abito a partire da ottobre 1739 con suo fratello Francesco, che era a bottega del decoratore Antonio Joli (nota 4 del capitolo IV, La Pléiade). L'altro suo fratello, nato dopo la morte di suo padre, e sua sorella, furono sistemati nella casa di sua nonna, che abbiamo visto sopra. Anche se non lo ospitava più, la nonna continuava a occuparsi di Giacomo, che rimaneva il suo preferito, e decisa a impegnarlo in una carriera ecclesiastic lo affido al curato di San Samuele, la chiesa della sua parrocchia.

chiesa San Samuele
chiesa San Samuele
Chiesa San Samuele
Chiesa San Samuele
chiesa San Samuele
chiesa San Samuele

Questo parroco, che si chiamava Tosello, presento Giacomo a un patrizio veneziano, Alvise Gasparo Malipiero, il cui palazzo, lungo il Canal Grande, aveva un lato sul campo San Samuele in cui c'era la chiesa.

campo San Samuele
campo San Samuele
palazzo Malipiero-Cappello
palazzo Malipiero-Cappello
palazzo Malipiero-Cappello
palazzo Malipiero-Cappello

Questo nobile, all'età di 75 anni, ""nutriva nonostante la sua età" (75 anni) "e la sua gotta un'inclinazione amorosa" (Histoire de ma vie, primo volume, capitolo IV). Era invaghito d'una ragazza di 17 anni, Teresa Imer, che poteva vedere dalla finestra della sua camera perchè la famiglia Imer abitava nel palazzo che si puo vedere nello sfondo.

corte del Duca Sforza
corte del Duca Sforza
corte del Duca Sforza
corte del Duca Sforza

Il lato opposto della casa Imer era nella corte del Duca Sforza, ai civici 3063-3065.

Giuseppe Imer, il padre di Teresa, era impresario e autore al teatro San Samuele. Proprio in questo teatro si innamoro di Zanetta, la madre di Giacomo.

Torniamo pero dall'altro lato del palazzo in cui Teresa cantava alla sua finestra rivelando il suo fascino a Sua Eccellenza Malipiero.

Alvise Gasparo Malipiero non era senatore come lo indicava Casanova nell'Histoire de ma vie (La Pléiade, primo volume, IV, nota 8). Apparteneva pero a una grande famiglia patrizia di Venezia. La finestra della camera di Teresa era di fronte a quella di Malipiero, che ne approffittava per guardarla quando lei apriva la sua finestra. Teresa sapeva di essere osservata ma non cercava di nascondersi, nello scopo d'interessare il ricco patrizio alla sua modesta condizione. E cosi che questo l'invito da lui e sborso qualche ducato per pagarle le sue lezioni di canto. Teresa veniva pero sempre accompagnata da sua madre e gli rifiutava ogni bacio, cosa che lo fece infuriare. Giacomo, che aveva 15 anni, fu testimone di queste scene e ne fu colpito. Un giorno, suggeri a Malipiero di chiedere a Teresa di sposarlo. Malipiero gli rispose che lei aveva rifiutato la sua domanda. Poi gli chiese se fosse andato a vederla nella sua casa. Giacomo gli rispose di no, perché pensava di potersene innamorare. Aveva capito che era meglio evitare di dispiacere al vecchio. Eppure, cio che temeva fini per accadere...

Un giorno, credendo che Malipiero fosse addormentato, Giacomo e Teresa ebbero voglia di confrontare le loro differenze anatomiche. Sfortunatamente, Malipiero non era addormentato e sorprese i due giovani nel momento il più interessante dell'esame. Giacomo ricevette una bella bastonata e fu privato del piacere delle cene sontuose e della protezione di questo potente patrizio.

Fallita anche la sua carriera ecclesiastica a seguito di una predica pronunciata sotto l'effetto dell'alcool, Giacomo continuo comunque a recarsi nella casa dell'abate Tosello, nella salizzada San Samuele, per vedere Angela, la sua nipote.

casa Veronese
casa Veronese

Non conosciamo precisamente dove abitava l'abate Tosello ma sappiamo che in questa salizzada visse Paolo Caliari, il famoso pittore Veronese, dal 1583 fino alla sua morte, nel 1588.

Poiché le visite di Giacomo divennero troppo frequenti, l'abate Tosello gli proibi l'accesso alla sua casa. Ma giacomo poté continuare a vedere Angela nella casa delle sue due amiche nella strada che prolunga la salizzada San Samuele verso la chiesa e il Canal Grande, la calle de le Carrozze.

calle de le Carrozze
calle de le Carrozze

Le due amiche d'Angela erano sorelle. Rimaste orfane, vivevano presso la zia materna, la signora Orio. Nanetta aveva 16 anni e Marta 15. Giacomo le usava per comunicare di nascosto con Angela. Un giorno, la signora Orio invito Giacomo a cenare per ringraziarlo di aver interceduto in suo favore presso Malipiero, di cui era ancora il protetto a quel tempo, affinché potesse essere inserita sull'elenco delle vedove nobili che beneficiavano del sostegno della Confraternita del Santissimo Sacramento, di cui Malipiero era presidente. Seguendo un piano prestabilito tramite corriere, Giacomo declino l'invito, fu riportato al piano terra da Nanetta, che apri la porta e la richiuse, mentre Giacomo rimase dentro e pochi minuti dopo sali discretamente al terzo piano dove si trovava la stanza delle due sorelle. Come concordato, le tre ragazze andarono a trovarlo dopo cena...

Comunque, questa notte non rispose alle speranze di Giacomo : mentre dopo un'ora, si ritrovarono nel buio, Angela prese cura di sfuggire alle carezze di Giacomo nonostante le sue supplicazioni...

Due mesi dopo, lo stratagemma fu rinnovato ; questa volta pero senza Angela e la notte fù più felice per Giacomo....

Poco tempo dopo, Giacomo fece il suo primo lungo viaggio. Quando torno a Venezia, aveva 20 anni. Condusse una vita dissoluta, guadagnandosi da vivere suonando il violino, ma di notte si abbandonava a comportamenti impertinenti con i suoi compagni ai danni della gente onesta, frequentando la locanda Do Spade, il cui ristorante esiste ancora...

Cantina Do Spade
Cantina Do Spade
sottoportego de le Do Spade
sottoportego de le Do Spade
cantina do Spade
cantina do Spade

In quegli anni, Casanova fu in qualche modo abbandonato a se stesso. Sua madre aveva lasciato Venezia per sempre e sua nonna era morta. Ma il suo lavoro di violonista avrebbe dato a Giacomo una nuova svolta alla sua esistenza veneziana. Nell'aprile del 1746, fece parte dell'orchestra che animo i balli organizzati per le nozze di Girolamo Cornaro con una figlia della famliglia Soranzo, proprietaria di un palazzo in campo San Polo.

La facciata di questo palazzo è curva : questo perchè seguiva il corso di un canale, il cui tratto che attraversava Campo San Polo venne bloccato nel 1761, 15 anni dopo la nostra storia.

La festa è durata tre giorni. I balli si tenevano al palazzo. Il terzo giorno, verso la fine dei festeggiamenti, un'ora prima dell'alba, Casanova lascia l'orchestra per tornare a casa, in calle del Carbon, una calle perpendicolare a Riva del carbon, vicino a Rialto, dall'altra parte del Canal Grande.

Mentre esce, nota davanti a se un senatore in toga rossa, l'abito dei membri del Senato della Repubblica di Venezia, che sta scendendo anche lui le scale per raggiungere una gondola che lo attende sul rio Sant’Antonio che non era ancora riempito. Casanova vede una lettera cadere vicino al senatore mentre questi tira fuori un fazzoletto dalla tasca. Si precipita a prendere la lettera e raggiunge il senatore sulle scale. Gli consegna la lettera. Il senatore lo ringrazia, gli chiede dove abita e, per esprimere la sua gratitudine, lo invita a salire sulla sua gondola per riportarlo a casa. Seguono il corso del vecchio rio Sant'Antonio, che si unisce a quello attuale, il rielo Sant'Antonio...

Stavano navigando da tre minuti sul rio Sant’Antonio – sul tratto che ora si chiama riello Sant’Antonio - quando il senatore chiede a Casanova di scuotergli il braccio sinistro. Si lamenta che il suo braccio è completamente insensibile. Casanova lo scuote con tutte le sue forze ma il senatore gli dice con parole mal articolate che anche la sua gamba sinistra diventa insensibile e che si sente morire. Casanova capisce che il senatore sta facendo un attacco di cuore. Tira la tenda della felce, prende la lanterna e guarda il viso del senatore : vede con spavento che la sua bocca si ritira all'orecchio sinistro e che i suoi occhi si chiudano.

All' estremità del riello Sant’Antonio, appena svoltati a destra aggirando la Cà Bernardo, si trovano ora sul rio San Polo. Casanova gride ai barcaroli di fermarsi e di lasciarlo scendere per cercare un chirurgo. Pensa che il senatore fa un attacco di apoplessia e che bisogna dissanguarlo. Scende sulla fondamentina Cà Bernardo, subito dopo il ponte. Corre al caffé della calle del Scaleter in cui il barista gli indica la casa d’un chirurgo, vicinissima, al n° 2235. Bussa alla porta gridando ; una persona gli apre e sveglia il chirurgo che stava dormendo. Casanova lo costringe ad accompagnarlo senza lasciarlo il tempo di vestirsi. Il chirurgo prende il suo caso e corre con Casanova fino alla gondola. Trovano il senatore moribondo. Il chirurgo lo dissanguo e Casanova gli strappa la camicia per farne una benda. Il chirurgo, mentre si ritira, dice a Casanova che il sanguinamento dovrebbe avere effetto velocemente ma gli consiglia di accompagnarlo fino alla sua casa per metterlo al letto. Gli dice il nome del senatore : Matteo Giovanni Bragadin e gli indica che abita sul campo San Marina, in riva al rio San Lio, di fronte all'attuale teatro Malibran.

Casanova chiude la tenda della felce e chiede ai barcaroli di andarci al più presto. Era abbastanza distante : bisognava continuare il percorso opposto per il rio delle due Torri fino al Canal Grande e poi raggiungere a destra il rio San Giovanni Grisostomo dall'altra parte del Canal Grande e finalmente prendere a sinistra il rio di San Lio. La gondola era appena arrivata ai piedi del palazzo che Casanova e i barcaroli gridano con tutti i loro forzi per svegliare i domestiques. Questi portano al primo piano del palazzo il senatore, che non stava migliorando. Casanova chiede a un domestique di cercare un medico per fargli un altro insanguinamento. Informati dagli domestiques, due amici del senatore arrivano. Vegliano Bragadin con Casanova fino a mezzogiorno quando pranzano nella camera del moribondo. Verso la sera, uno dei patrizi dice a Casanova che poteva partire se aveva degli affari. Casanova gli risponde che dormirebbe tutta la notte nella sua poltrona se c'era bisogno perché era convinto che Bragadin non morirebbe finché lui fosse stato li. Ebbe ragione di rimanere. Verso mezzanotte, il medico ebbe l'idea di appostare sul petto del malato un'unzione di mercuro. Bragadin fu subito preso da una grande effervescenza. Il medico affermo che questo era l'inizio della guarigione.

Pero, le condizioni del malato stavano visibilmente peggiorando. Il medico torno a casa, fiducioso nel suo rimedio nonostante tutto. Poco tempo pero, Casanova, vedendo Bragadin tutto in fiamme e in agitazione mortale, gli scopre il petto, gli toglie il cerotto e lo lava con acqua tiepida. Cinque minuti dopo, Bragadin va meglio e tutti possono andare a letto…

L'indomani mattina, Bragadin invita Casanova ad accomodarsi nel suo palazzo. Lo fece per gratitudine ma anche in considerazione dei poteri soprannaturali che gli attribuiva. La facciata di questo palazzo sul lato del canale era di fronte l'attuale Teatro Malibran. Questo teatro fu costruito nel 1834 sul sito del vecchio Teatro di San Giovanni Grisostomo, nel quale Casanova assisto a degli spettacoli. Questo teatro di San Giovanni Grisostomo fu costruito al posto in cui si trovava la casa di Marco Polo, distrutta da un incendio. Dall'altro lato, il palazzo sorgeva sul campo Santa Marina.

Oltre all'alloggio gratuito, Casanova riceveva da Bragadin, una pensione mensile, che gli consentiva di vivere nel lusso. Ne approfittoIl per fréquentare il Caffe de la Venezia trionfante, che fu presto chiamato, dagli abituati , il Caffé Florian, dal nome del suo proprietario, Floriano Francesconi, che l'apre nel dicembre 1720.

Casanova approfitta anche di questa pensione per viaggiare : Milano, Parma, Bologna, Ginevra... Poi torna a Venezia. Ma il 1° giugno 1750, parte a Parigi e poi, va, con il suo fratello, fino a Dresda, a vedere sua madre... Tornato a Venezia, lascia il palazzo Bragadin nel marzo 1755, per affittare un appartamento dietro la Basilica Santi Giovanni e Paolo, nella vecchia calle della Gorna, poi scomparsa perché integrata nel complesso del grande ospedale di Venezia, l'Ospedale San Marco, già Grande Scuola di San Marco.

Il primo giorno in cui va in questo appartamento composto da due camere, la figlia della padrona di casa aveva appena sanguinato per la 104esima volta. La madre era vedova e viveva con le sue figlie, tra cui Cleotilda, che soffriva di amenorrea puberale, che si manifestava con l'assenza totale del ciclo mestruale. Il medico di famiglia, Righelini, che aveva aiutato Casanova a trovare quest'affitto, gli spiega che l'unico rimedio che guarirebbe Cléotilda sarebbe un amante vigoroso. Casanova gli chiede perché, inoltre ad essere il suo medico, non sarebbe il suo farmacista. Righelini gli risponde che non voleva prendere il rischio di sbagliarsi doppiamente. Questa sera, tornando dal palazzo Bragadin, in cui continuava a cenare, Casanova trova due ragazze sul suo balcone, che si affacciava sulle Fondamonte Nuove. L'una era Cleotilda, che glielo ricorda che quella stessa mattina, l'aveva scambiata per una statua di cera, tanto era pallida. L'altra era una fanciulla, la sorella minore Silvia. volevano approfittare profiter della freschezza della laguna. Casanova le prega di rimanere. Discutarono durante due ore. Casanova fu colpito dal fascino di Cleotilda, che aveva ritrovato un po di colori. L'indomani mattina, suona e Silvia gli porta dell'acqua calda per radersi. Casanova gli chiede delle notizie della sorella. Silvia gli risponde che va bene, a parte il fatto che deve farsi salassare regolarmente, appena gli manca il respiro. Casanova sente allora un violino ; Silvia gli dice che la sua sorella sta imparando a danzare il minuetto. Casanova si affretta a vestirsi par andare a vederla. Il maestro, quando lo vede, gli propone di danzare un minuetto con la sua allieva... Dopo otto giorni, le discussioni sul balcone e i minuetti con Casanova, hanno restituito un po di salute a Cleotilda. Ma una mattina, mentre ballava il minuetto da sola con Casanova, dopo che il suo maestro di ballo era stato licenziato, all'improviso si ritrova senza fiato. Cade priva di sensi tra le braccia di Casanova. Allarmata, la madre manda a chiamare il medico mentre Silvia inizia a slacciare il vestito della sorella sotto gli occhi di Casanova... Righelini arriva e le fa un salasso. Cleotilda riprende immediatamente i sensi. Quelli di Casanova rimasero svegli, fino alla crisi successiva, quando assunse il ruolo di farmacista...

Una mattina, Casanova torna a casa dopo aver passato la notte a giocare. Trova la porta della casa sfondato e tutta la famiglia sconvolta. La proprietaria gli dice che Messer Grande, il grande inquisitore di Stato, era passato con una schiera di arcieri di polizia e aveva messo sottosopra la casa, dicendo che stava cercando una valigia piena di sale, il che costituiva un contrabbando di grande importanza. Gli mostrò una valigia che conteneva solo vestiti. Le chiese a Casanova di riferire questo fatto al senatore Bragadin per ottenere un risarcimento. Casanova si reca al palazzo del suo protettore. Questi gli risponde che invece di chiedere un risarcimento, dovrebbe piuttosto mettersi in salvo. Gli consiglia di partire per Firenze e di rimanere lì fino a quando non lo avviserà che può tornare. Casanova gli risponde che non sentendosi colpevole di nulla, non vede perché dovrebbe fuggire. Rimarrà deluso da questa mancanza di saggezza perché il giorno dopo, il 26 luglio 1755, all'alba, Messer Grande entrava bruscamente nella sua camera.accompagnato dai suoi archetti e lo mise agli arresti... Fu rinchiuso nei Piombi, le prigioni del Palazzo Ducale, senza processo. Sicuramente avrebbe finito i suoi giorni lì senza il suo rocambolesco scapo nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre 1756...

Lascia la Reppublica di Venezi. A Bolzano, riceve del denaro che il senatore Bragadin gli ha mandato. Passa per Monaco in Baviera e Strasburgo per raggiungere Parigi, dove conosce un grande successo racontando la sua evasione...

Il 3 settembre 1774, ottiene finalmente la grazia dagli Inquisitori e può tornare a Venezia dopo 18 anni di esilio! Cerca di ottenere dei guadagni diventando impresario al teatro Sant'Angelo, ma il suo spirito innovativo (fare pubblicità distribuendo gratuitamente un giornale da lui creato: Il Messaggero di Thalia) non basta: il pubblico non arriva e il teatro deve chiudere due anni dopo. Per poter rimanere a Venezia e pagare un appartamento al secondo piano in una casa modesta nella Barbaria delle Tole, deve spiare e redigere rapporti per l'Inquisizione!

Dernière maison de Casanova
Dernière maison de Casanova

Al terzo piano di questa casa viveva la famiglia Buschini, la cui figlia, Francesca, che era sarta, fu l'ultimo amore veneziano di Casanova. Infatti, il 16 giugno 1783, è costretto di nuovo all'esilio, a causa della pubblicazione di un pamphlet, Né amori né donne, ovvero la stalla ripulita, in cui Casanova mette in chiaro i suoi conti con nobili veneziani che, a suo dire, lo hanno truffato. Questa volta, il suo esilio è definitivo. non rivedrà mai Venezia...

Histoire de ma vie, Giacomo Casanova ; La Pléiade (3 tomes)

La Venise de Casanova, Dominique Cornez-Joly ; lineadacqua

A Venezia con Casanova, Kathleen Ann Gonzalez ; supernova