
I 300 anni di Casanova
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Emeric Cristallini
4/1/20257 min leggere




Il luogo di nascita di Giacomo Casanova non si trova al posto in cui c'è la lapide, calle Malipiero (già calle della Commedia). Era pero il luogo in cui abitavano i suoi genitori l'anno della sua nascita.
Il suo vero luogo di nascita, era dietro al civico 2993 (già il numero 1) della calle delle Muneghe. Era la casa di sua nonna, in cui ha vissuto durante il suo primo anno, dato che i suoi genitori erano partiti a Londra.


Il primo ricordo di Casanova, che racconta nella Histoire de ma vie (scritta in francese), è un'emorragia nasale nella sua camera all'età di otto anni. La sua nonna Marzia gli lava la faccia et lo porta a Murano in gondola.
Lei bussa alla porta d'una topaia...


Ci trovano una donna anziana seduta su una cuccia, che teneva in braccio un gatto nero, e altri cinque o sei intorno a se. Era una strega. Le due vecchie parlarono a lungo. Alla fine del loro lungo dialogo in lingua furlana, la strega, dopo aver ricevuto dalla nonna un ducato, aprii una cassa, ci mise Giacomo e ce lo rinchiuse, dicendogli di non aver paura.
Casanova racconta di aver avuto molto paura per colpa delle parole della strega. Pero rimase tranquillo, senza muoversi...
Il piccolo Giacomo fu cosi guarito...
Una scienza occulta l'aveva salvato mentre cinque mesi dopo, la medicina ufficiale ebbe meno successo con suo padre, che mori d'un ascesso all'orecchio nel dicembre 1733.
Nella sua disgrazia, Giacomo ebbe la fortuna di approfittare di quattro potenti protettori : i tre fratelli Grimani, che erano proprietari dei teatri San Giovanni Grisostomo e San Samuele, in cui recitavano i suoi genitori, e anche il famoso poeta Giorgio Baffo. Uno dei fratelli Grimani, abate, e Baffo lo portarono, con sua madre, a Padova, per metterlo in pensione e iscriverlo all'Università, dove avrebbe studiato legge e medicina.
Al suo ritorno da Padova, Giacomo abito calle dei Orbi, all'attuale civico 3089, in una casa che i suoi genitori avevano affittata a partire dal 1726, quando tornarono da Londra e in cui suo padre mori. Casanova precisa nell'Histoire de ma vie, che"era grande e molto bene arredata".






Come si puo vedere sulla prima foto, questa casa aveva tre piani. Giacomo ci abito a partire da ottobre 1739 con suo fratello Francesco, che era a bottega del decoratore Antonio Joli (nota 4 del capitolo IV, La Pléiade). L'altro suo fratello, nato dopo la morte di suo padre, e sua sorella, furono sistemati nella casa di sua nonna, che abbiamo visto sopra. Anche se non lo ospitava più, la nonna continuava a occuparsi di Giacomo, che rimaneva il suo preferito, e decisa a impegnarlo in una carriera ecclesiastic lo affido al curato di San Samuele, la chiesa della sua parrocchia.






Questo parroco, che si chiamava Tosello, presento Giacomo a un patrizio veneziano, Alvise Gasparo Malipiero, il cui palazzo, lungo il Canal Grande, aveva un lato sul campo San Samuele in cui c'era la chiesa.






Questo nobile, all'età di 75 anni, ""nutriva nonostante la sua età" (75 anni) "e la sua gotta un'inclinazione amorosa" (Histoire de ma vie, primo volume, capitolo IV). Era invaghito d'una ragazza di 17 anni, Teresa Imer, che poteva vedere dalla finestra della sua camera perchè la famiglia Imer abitava nel palazzo che si puo vedere nello sfondo.




Il lato opposto della casa Imer era nella corte del Duca Sforza, ai civici 3063-3065.
Giuseppe Imer, il padre di Teresa, era impresario e autore al teatro San Samuele. Proprio in questo teatro si innamoro di Zanetta, la madre di Giacomo.
Torniamo pero dall'altro lato del palazzo in cui Teresa cantava alla sua finestra rivelando il suo fascino a Sua Eccellenza Malipiero.
Alvise Gasparo Malipiero non era senatore come lo indicava Casanova nell'Histoire de ma vie (La Pléiade, primo volume, IV, nota 8). Apparteneva pero a una grande famiglia patrizia di Venezia. La finestra della camera di Teresa era di fronte a quella di Malipiero, che ne approffittava per guardarla quando lei apriva la sua finestra. Teresa sapeva di essere osservata ma non cercava di nascondersi, nello scopo d'interessare il ricco patrizio alla sua modesta condizione. E cosi che questo l'invito da lui e sborso qualche ducato per pagarle le sue lezioni di canto. Teresa veniva pero sempre accompagnata da sua madre e gli rifiutava ogni bacio, cosa che lo fece infuriare. Giacomo, che aveva 15 anni, fu testimone di queste scene e ne fu colpito. Un giorno, suggeri a Malipiero di chiedere a Teresa di sposarlo. Malipiero gli rispose che lei aveva rifiutato la sua domanda. Poi gli chiese se fosse andato a vederla nella sua casa. Giacomo gli rispose di no, perché pensava di potersene innamorare. Aveva capito che era meglio evitare di dispiacere al vecchio. Eppure, cio che temeva fini per accadere...
Un giorno, credendo che Malipiero fosse addormentato, Giacomo e Teresa ebbero voglia di confrontare le loro differenze anatomiche. Sfortunatamente, Malipiero non era addormentato e sorprese i due giovani nel momento il più interessante dell'esame. Giacomo ricevette una bella bastonata e fu privato del piacere delle cene sontuose e della protezione di questo potente patrizio.
Fallita anche la sua carriera ecclesiastica a seguito di una predica pronunciata sotto l'effetto dell'alcool, Giacomo continuo comunque a recarsi nella casa dell'abate Tosello, nella salizzada San Samuele, per vedere Angela, la sua nipote.


Non conosciamo precisamente dove abitava l'abate Tosello ma sappiamo che in questa salizzada visse Paolo Caliari, il famoso pittore Veronese, dal 1583 fino alla sua morte, nel 1588.
Poiché le visite di Giacomo divennero troppo frequenti, l'abate Tosello gli proibi l'accesso alla sua casa. Ma giacomo poté continuare a vedere Angela nella casa delle sue due amiche nella strada che prolunga la salizzada San Samuele verso la chiesa e il Canal Grande, la calle de le Carrozze.


Le due amiche d'Angela erano sorelle. Rimaste orfane, vivevano presso la zia materna, la signora Orio. Nanetta aveva 16 anni e Marta 15. Giacomo le usava per comunicare di nascosto con Angela. Un giorno, la signora Orio invito Giacomo a cenare per ringraziarlo di aver interceduto in suo favore presso Malipiero, di cui era ancora il protetto a quel tempo, affinché potesse essere inserita sull'elenco delle vedove nobili che beneficiavano del sostegno della Confraternita del Santissimo Sacramento, di cui Malipiero era presidente. Seguendo un piano prestabilito tramite corriere, Giacomo declino l'invito, fu riportato al piano terra da Nanetta, che apri la porta e la richiuse, mentre Giacomo rimase dentro e pochi minuti dopo sali discretamente al terzo piano dove si trovava la stanza delle due sorelle. Come concordato, le tre ragazze andarono a trovarlo dopo cena...
Comunque, questa notte non rispose alle speranze di Giacomo : mentre dopo un'ora, si ritrovarono nel buio, Angela prese cura di sfuggire alle carezze di Giacomo nonostante le sue supplicazioni...
Due mesi dopo, lo stratagemma fu rinnovato ; questa volta pero senza Angela e la notte fù più felice per Giacomo....
Poco tempo dopo, Giacomo fece il suo primo lungo viaggio. Quando torno a Venezia, aveva 20 anni. Condusse una vita dissoluta, guadagnandosi da vivere suonando il violino, ma di notte si abbandonava a comportamenti impertinenti con i suoi compagni ai danni della gente onesta, frequentando la locanda Do Spade, il cui ristorante esiste ancora...






In quegli anni, Casanova fu in qualche modo abbandonato a se stesso. Sua madre aveva lasciato Venezia per sempre e sua nonna era morta. Ma il suo lavoro di violonista avrebbe dato a Giacomo una nuova svolta alla sua esistenza veneziana. Nell'aprile del 1746, fece parte dell'orchestra che animo i balli organizzati per le nozze di Girolamo Cornaro con una figlia della famliglia Soranzo, proprietaria di un palazzo in campo San Polo.


La facciata di questo palazzo è curva : questo perchè seguiva il corso di un canale, il cui tratto che attraversava Campo San Polo venne bloccato nel 1761, 15 anni dopo la nostra storia.


La festa è durata tre giorni. I balli si tenevano al palazzo. Il terzo giorno, verso la fine dei festeggiamenti, un'ora prima dell'alba, Casanova lascia l'orchestra per tornare a casa, in calle del Carbon, una calle perpendicolare a Riva del carbon, vicino a Rialto, dall'altra parte del Canal Grande.
Mentre esce, nota davanti a se un senatore in toga rossa, l'abito dei membri del Senato della Repubblica di Venezia, che sta scendendo anche lui le scale per raggiungere una gondola che lo attende sul rio Sant’Antonio che non era ancora riempito. Casanova vede una lettera cadere vicino al senatore mentre questi tira fuori un fazzoletto dalla tasca. Si precipita a prendere la lettera e raggiunge il senatore sulle scale. Gli consegna la lettera. Il senatore lo ringrazia, gli chiede dove abita e, per esprimere la sua gratitudine, lo invita a salire sulla sua gondola per riportarlo a casa. Seguono il corso del vecchio rio Sant'Antonio, che si unisce a quello attuale, il rielo Sant'Antonio...



